L’uomo, a causa di un peccato primordiale, è un essere corrotto, naturalmente incline al male. Sempre a causa della sua condizione di peccato è stato mandato sulla Terra, il Regno del Principe del Male, dove lo aspetta una vita breve, travagliata, penosa, costellata da eventi dolorosi, peccaminosi o squallidi e delimitata da una nascita involontaria e da una morte inevitabile: quale situazione potrebbe sembrare più disperata, più insensata, più atrocemente assurda?
Dio però, che ci ama, ostinatamente, insensatamente e immeritatamente, ci dice che possiamo cambiare il nostro destino, possiamo vincere il Male, possiamo sconfiggere la Morte solo che lo vogliamo. Qui si fa appello alla nostra volontà, la virtù dei forti, quella che permette di superare ogni prova, ogni limite.
E la Prova da superare è grande; anzi, è la più Grande che siamo o saremo mai chiamati ad affrontare quaggiù (e nessuno di noi potrà sottrarvisi): Dio ci promette che potremo salvarci (redimerci) se crederemo in Lui, il Creatore di tutte le cose “visibili e invisibili” ed osserveremo i suoi comandamenti.
Credere in un Dio onnipotente, immutabile, eterno, invisibile, imperscrutabile e incomprensibile (“Si comprehendis non est Deus”); potrebbe sembrare una impresa immane, un còmpito che supera ogni logica, una missione impossibile da svolgersi con le sole nostre forze.
Salire fino alle stelle. |
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